Il paese dimenticato da Internet

Anita Faggioli e Chiara Semperboni

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Sono le 14:15 di giovedì pomeriggio, e Caterina sta finalmente emergendo dalla sua stanza dopo una lunga giornata di scuola. Come sempre, l’insegnante di inglese ha finito la lezione in ritardo e, come se non bastasse, ha anche aumentato la mole di compiti a casa. Caterina sta frequentando da casa la quarta liceo, costretta dalla pandemia in corso. La parola “frequentare” non è forse il termine più adatto per descrivere la sua situazione, perché lei non riesce ad assistere con regolarità alle lezioni. Le ragioni di questo sono diverse, tra cui la necessità di aiutare in casa e preparare il pranzo a due fratellini di sei e sette anni un po’ litigiosi. Ma il problema più serio è la connessione alla rete.
La vita a Gigameno era andata bene fino a qualche settimana prima, quando le scuole sono state chiuse e costrette a spostarsi sul web. Purtroppo, in paese vi sono gravi problemi di connessione, e questo fa sì che gli studenti che vi risiedono non possano seguire serenamente le lezioni. Nonostante abbia solo sedici anni, Caterina è perfettamente consapevole che la mancanza della rete non è un problema risolvibile in qualche giorno. Sono anni che Gigameno non ha una buona connessione, nonostante si trovi relativamente vicino ad alcune importanti città.  E a causa di questa mancanza molto spesso non è in grado di seguire le lezioni, partecipare alle interrogazioni e alle verifiche salvo le rare occasioni nelle quali riusciva a collegarsi, pur sempre in modo precario.

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Filippo C. studente di economia

Purtroppo la situazione di Caterina non è un caso isolato; circa il 50% dei giovani della sua età ha problemi simili ai suoi. Come si può vedere nella cartina, solo metà dell’Italia ha una buona connessione a Internet (rosso) mentre il resto ha una connessione mediocre (arancione) o scarsa (giallo).

Famiglie italiane con una conessione ad Internet di almeno 30 megabyte al secondo

Guardando tutto in modo più ampio, ovvero dal punto di vista globale, possiamo notare una situazione simile se non peggiore, con grandi disparità. In entrambi i casi possiamo notare che solo in metà del pianeta la connessione alla rete è adeguata alle necessità di oggi. Vi sono numerosi e complessi fattori che contribuisco a queste disparità. Tra i più importanti troviamo:

 

  • Fattori economici: impossibilità di acquistare i dispositivi necessari e di permettersi un abbonamento a internet
  • Assenza di infrastrutture
  • Analfabetismo informatico

È interessante aprire una parentesi sull’ultimo punto, ovvero l’analfabetismo informatico: molti credono che il digital divide sia dovuto solo alla mancanza della rete o degli strumenti informatici, ma non è così. Molte persone sono escluse dal mondo digitale perché non sanno utilizzarlo, non hanno le conoscenze informatiche necessarie e dunque non sono in grado di sfruttarne le potenzialità. Anche in questo caso le cause dell’analfabetismo digitali possono essere diverse. Tra le più frequenti troviamo:

 

  • Età / Generazione: le generazioni più anziane spesso non sanno usare la rete
  • Tecnofobia: la paura o il rifiuto di questi tipi di tecnologie.
  • Istruzione: molte persone, soprattutto quelle che non hanno ricevuto un’istruzione superiore, non sanno come funziona internet e tutto quello che vi è connesso.
Possibilità di accedere ai dati mobili di banda larga
Quante persone connesse ad Internet

Giorgio ha vent’anni e studia ingegneria meccanica. In questi giorni, come ci ha raccontato, avrebbe dovuto sostenere l’esame di Analisi 1. L’unico modo per svolgere l’esame online era per lui quello di andare a casa della zia, che vive a circa trenta chilometri di distanza da Gigàmeno. A causa di alcuni imprevisti nel viaggio, Giorgio si è presentato mezz’ora dopo l’inizio dell’esame; di conseguenza non ha potuto svolgerlo. “Torni al prossimo appello” è stata la risposta del docente. 

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Via principale di Gigameno

Anche Emma, studentessa di medicina, ha avuto molte difficoltà a seguire le lezioni. Il fatto che la connessione continui ad interrompersi le impedisce di seguire con regolarità le lezioni. “Questa situazione” afferma la ragazza “è estremamente disagevole.” In una fase in cui internet è fondamentale per la tenuta dell’economia, dell’istruzione e di molti rapporti istituzionali e umani, una quota troppo grande di italiani scopre i danni del digital divide infrastrutturale.  Il sindaco di Gigameno sembra aver capito finalmente che la strada giusta per lo sviluppo è fatta di digitalizzazione e di connettività, senza le quali i problemi legati allo spopolamento della zona non potranno che continuare. 

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Alcuni dati degli operatori telefonici ci dicono di un forte picco di traffico, in conseguenza dello smart working e della crescita di attività online come streaming, videogiochi online.

È importante ricordare che il progetto della Banda Ultra Larga è stato approvato dall’allora governo nel 2015, con l’obiettivo di garantire condizioni più favorevoli allo sviluppo delle infrastrutture nell’ambito delle telecomunicazioni. Tuttavia i lavori hanno subito un ritardo di due anni almeno, a causa di lavori non partiti e della lentezza delle autorizzazioni burocratiche. Sono poco più di cento i comuni in Italia dove sono stati terminati gli interventi da parte delle aziende incaricate da Open Fiber. E così, alcune aree del Paese continuano a restare scollegate.
Dai numeri emerge che in più di un terzo dei comuni italiani (35,9%) il progetto definitivo è stato già approvato. Il 10,1% non ha la disponibilità per l’esecuzione, tenendo a mente che l’analisi considera la numerosità dei comuni e non la loro estensione geografica. Nel sud Italia le infrastrutture sono migliori rispetto a quelle del nord. Ciò che impedisce la possibilità di avere una connessione di rete veloce quanto quella del nord Italia sono, soprattutto, fattori economici e mancanza di competenze per l’utilizzo di apparecchi tecnologici come il computer (come spiegato in precedenza). 

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Alice, una studentessa del quarto anno del liceo scientifico, afferma che “nel primo lockdown, inizialmente, ero molto felice perché per due settimane non sono andata a scuola e potevo  fare quello che volevo non preoccupandomi di verifiche o delle interrogazioni. I problemi sono iniziati quando la mia scuola ha deciso di iniziare con la DAD. Per l’intero mese di marzo non mi sono presentata alle lezioni a causa della mancanza di internet.” “Mi ricordo che in quel periodo ricevetti molte telefonate da parte dei miei compagni.”

Il caso di Alice non riguarda solo lei. Secondo l’Unicef, in Italia una famiglia su quattro ha ricevuto dallo Stato un abbonamento internet gratuito per lo svolgimento delle lezioni. La ricerca è stata svolta su un campione di 1.028 famiglie sparse in tutta Italia. I dati raccolti hanno mostrato come il 27% non era in possesso delle tecnologie adeguate a consentire un corretto svolgimento delle lezioni online. Computer obsoleti, connettività scarsa o addirittura assente.

I costi proibitivi hanno impedito a circa il 6% dei ragazzi di partecipare correttamente alle lezioni quotidiane. Inoltre, la ricerca ha evidenziato come, per via del lavoro da remoto svolto in contemporanea alle lezioni a distanza, il 30% dei genitori non ha potuto dedicare ai propri figli l’attenzione necessaria per sostenerli durante la didattica a distanza. Questi dati mettono in evidenza l’importanza per le famiglie di avere accesso a una connessione internet stabile e a buon mercato. Allo stesso modo i dati sottolineano come avere dispositivi di qualità sia fondamentale affinché tutti i ragazzi possano beneficiare egualmente della didattica a distanza.

“Non possiamo sottovalutare le disuguaglianze che esistono tra le famiglie, né possiamo ignorare i ragazzi, anche se pochi, che hanno abbandonato la scuola con il passaggio alla didattica a distanza” afferma Giovanni Valle, preside delle scuole superiori di Gigameno.

Nonostante il governo italiano abbia fornito delle risorse per sostenere la didattica a distanza durante il lockdown, solamente il 46% delle famiglie intervistate ha ricevuto dei nuovi dispositivi digitali forniti dagli istituti scolastici frequentati dai loro figli..

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Giulia D. studentessa universitaria

Il tallone d’Achille di Gigameno sta nella sua localizzazione, grottesca dal punto di vista digitale, nonostante si trovi a cinque chilometri dal capoluogo di regione. Il sindaco di Gigameno ha di recente effettuato una videoconferenza (anch’essa piuttosto tragica, con le connessioni che saltavano) e portato il tema alla Regione. Si spera nel programma nazionale Infratel Open Fiber di azzeramento del digital divide: dei 1.436 Comuni aderenti, 130 hanno ottenuto la banda larga. In altri 512 i cantieri sono aperti. Nell’elenco Gigameno non c’è: dovrebbero pensarci le compagnie private che però, per motivi economici, non lo fanno. Si dovrà attendere il 2023. Troppo! “Una soluzione temporanea”, suggerisce il comitato, “sarebbe quella di potenziare il segnale su uno dei ripetitori o installare una nuova cella verso il paese”. L’alternativa è restare ancorati al secolo scorso.

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