Luca Panaro

La fotografia è divertente anche senza gattini

C’era una volta il signor Eugène (________), un francese, realizzava piccole fotografie di circa 5,7×9 cm, poi le incollava su cartoncini rigidi di circa 6×10 cm, permettendo così a tutti di avere la propria fototessera. Ma in realtà era prematuro definirla così, nel 1854 si chiamava carte–de–visite. Passano settant’anni prima della diffusione capillare delle cabine automatiche. Altri dodici anni prima che Walker (________) si accorga di una vetrina a Savannah piena di volti fotografici. Ancora trentasei anni dal momento in cui Franco (________) decida di invitare i visitatori della Biennale di Venezia a lasciare una traccia del loro passaggio dentro una cabina Photomatic.
Un’altra breve storia è quella del signor George (________), un americano, realizzava immagini con una macchina di piccolo formato e un’autonomia di cento scatti. Nel 1888 pensava che chiunque, avesse un’intelligenza sufficiente per guardare dentro una scatola e premere un bottone, potesse fare una fotografia. Una rivoluzione. Centoventidue anni prima di Instagram era sufficiente un gesto per produrre un’immagine. Incredibile!
In Italia il commissario Umberto (________), invece, di immagini ne produceva addirittura due, con due macchine poste in sincrono che gli permettevano di fotografare il criminale di fronte e di profilo. Dal 1907 carceri, stazioni di polizia, manicomi, furono attrezzati con questo apparecchio capace di ottenere immagini “gemelle”. Come gli autoritratti di Marcel (________) realizzati sedici anni dopo nei panni di un ricercato, meglio conosciuto col nome di Rrose (________). Dopo altri quarantun’anni sarà Andy (________) a mostrare in un luogo pubblico le fotografie gemelle degli uomini più ricercati d’America. Da qui il passo è breve per arrivare al selfie sulla scena del crimine postato su Facebook da un gruppo di ragazzini all’uscita da scuola.
Se volessimo continuare a muoverci sulla timeline della fotografia, facendo un balzo indietro al 1840 (la fotografia aveva spento solo la prima candelina), scopriremmo l’autoritratto in posa da annegato del signor Hippolyte (________). Un fake! Quante altre volte la fotografia avrebbe mentito pur giurando di dire la verità, tutta la verità? Lo giuro! Ok, per oggi basta, continuiamo la prossima volta. Prima però scrivete il cognome degli autori negli spazi bianchi. Mi raccomando, altrimenti lo dico al Prof.